Newsruption 2016

Dopo 15 anni di trasformazioni, la distribuzione d’informazione di attualità sembra essere giunta a un nuovo punto di equilibrio. Il nuovo scenario è ancora dominato dai soggetti che lo avevano costruito nell’era pre-digitale ma è abitato dai nuovi editori “pure digital”, nuovi intermediari (aggregatori e motori), nuovi soggetti distributivi e di partecipazione (social, App). L’online è cresciuto a discapito della carta ma le testate che dominavano la scena all’epoca della carta sono ancora forti nell’online. C’è stato un conflitto di mezzi ma non di testate. La novità dell’online è l’emergere di una nuova meta-testata, Facebook, la cui forza informativa è oggi paragonabile a quella di tutte le testate d’informazione online. L’informazione televisiva, invece, ha conservato gran parte del peso e della centralità di cui godeva 15 anni fa e l’efficacia informativa del mezzo continua a essere incomparabilmente superiore a quella di tutti gli altri mezzi, anche nel target degli utenti Internet, più esposto alle alternative offerta dal digitale e meno tele-centrico.

 

L’aggiornamento del 2016 dei dati di Newsruption mette in risalto tre risultati:

  1. la crescita del pubblico dell’informazione online di attualità. Il numero di persone che si dichiarano lettori abituali d’informazione di attualità online è salito dai 13 milioni di individui del 2010 agli oltre 17 del 2016. La crescita è guidata dalle App ma i quotidiani sul Web, nel complesso, hanno guadagnato 4 milioni di lettori negli ultimi sette anni.
  2. l’influenza dei social network nella generazione di conoscenza dei fatti è costante da 3 anni. I Social Network hanno un ruolo rilevante nella capacità informativa (13,8 utenti Internet ogni 100 apprendono una notizia rilevante dai social) ma non superiore a quello dei quotidiani online (22,7 su 100) e molto lontano dai media tradizionali, in particolare la TV (54,1 su 100, tra le quali 45 informate dalla TV).  NOTA: i numeri si riferiscono al primo contatto con una notizia e non alla costruzione dell’opinione, tema assai più complicato da misurare e interpretare.
  3. la condivisione delle notizie di attualità sui Social Network è stata esplosiva dal 2011 al 2015, quando il numero medio di condivisioni per articolo è più che triplicato, arrivando l’anno scorso a sfiorare il milione di unità nel giorno medio. Nei primi 10 mesi del 2016 il numero di condivisioni ha superato il milione per giorno ma ora mostra un tasso di crescita molto più contenuto rispetto al passato. La condivisione degli articoli sui Social Network è dominata da Facebook, con 97 segnalazioni su 100. Il resto si divide tra Twitter, LinkedIn e Google Plus e le quote dei social minori sono variabili in funzione della testata, come è stato mostrato in Newsruption.20161127_e

Le persone che fanno esperienza di lettura dei quotidiani nelle tre forme (via App, su carta e sul Web) possono indicare la soluzione preferita per leggere le notizie della giornata: la loro scelta ricade sempre più sulle App (41%) che sulla carta (17%). Il favore verso l’App è cresciuto negli ultimi anni mentre è rimasto costante quello verso la carta, a indicare uno «zoccolo duro» di lettori del formato cartaceo. Chiaro anche il segnale che viene dalla terza possibilità, la lettura sul Web: la quota di quanti preferiscono questo canale è in costante diminuzione passando dal 42% nel 2012 al 26% del 2016.

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Risposta alla domanda “Immagina di avere un po’ di tempo libero la sera per leggere le notizie della giornata. Potendo scegliere, preferiresti sfogliare le notizie…”

 

L’informazione online nel 2015

Sono giorni caldi per le numerose novità sul tema dell’informazione online: le nuove proposte quasi contemporanee di Twitter Moments, Google AMP e Instant Articles indicano che il fenomeno è uno degli hot topics dell’online, fulcro di un mix di innovazione tecnologica, funzionale e di modelli di business.

In questi stessi giorni Human Highway sta terminando la stesura della settima edizione della ricerca annuale sull’informazione e l’analisi si concentra sulle tre modalità di incontro con l’informazione di attualità che hanno a disposizione gli utenti Internet: il prodotto cartaceo, il Web e le App.

Il perimetro dei lettori abituali (*) d'informazione di attualità sui tre supporti esaminati. Le percentuali si riferiscono alla base dell'intera utenza Internet italiana di almeno 18 anni di età

Il perimetro dei lettori abituali (*) d’informazione di attualità sui tre supporti esaminati. Le percentuali si riferiscono alla base dell’intera utenza Internet italiana di almeno 18 anni di età

Il perimetro dei lettori abituali(*) d’informazione comprende un numero compreso tra 15 e 16 milioni di individui, la metà dell’utenza regolare di Internet di almeno 15 anni di età. Il segmento più esteso è quello dei lettori abituali sul Web e copre il 40,6% dell’utenza Internet settimanale di almeno 15 anni di età (30,5 milioni di individui). Il segmento dei lettori sul Web è anche quello meno sovrapposto con gli altri segmenti (circa il 50% dei lettori abituali sul Web lo è solo sul Web) mentre l’83% dei lettori via App è sovrapposto con i lettori abituali di carta o Web. Esiste poi un segmento di ridotte dimensioni (4,3% dell’utenza Internet, ovvero 1,3 milioni di individui) che si dichiara lettore abituale su tutti i tre canali d’informazione e un segmento più ampio (23,6% dell’utenza, pari a 7,2 milioni di individui) che è lettore abituale multi-canale, ovvero su almeno due diversi canali di accesso alle news.

20151009_AppIl lettori abituali di notizie via App su dispositivi mobile hanno superato i cinque milioni nel 2014 (+40% rispetto al 2013) e nell’ultimo anno sono calati del 12,5%, a quota 4,7 milioni, una dinamica che suggerisce che la diffusione sia ormai giunta a saturazione. Le persone sensibili ai temi dell’informazione di attualità sono sempre le prime ad adottare le nuove tecnologie interattive: è stato così per il Web di fine secolo scorso, per il Tablet (in particolare, come vedremo in seguito, per la digital edition dei quotidiani) e sembra che sia così anche per la consultazione regolare e fedele delle App d’informazione. Inoltre, lo Smartphone è diventato un dispositivo d’informazione anche per chi non ha volontariamente installato App di aggregatori ed editori: ogni sistema operativo fornisce App preinstallate di aggregazione e ricerca di contenuto di attualità e WhatsApp e le App dei Social Network alimentano un flusso costante d’informazione all’utente, senza che questi ne faccia esplicita richiesta. Qui a sinistra si presentano le quote di utilizzo delle App d’informazione fornite da editori, aggregatori e social reader tra coloro che hanno installate almeno un’App d’informazione (cfr 2013 vs 2015)

Questo e molto altro nel prossimo report di Human Highway, Newsruption, dedicato all’evoluzione dello scenario dell’informazione di attualità e presto disponibile online sul sito della società. Stay tuned!

 


(*) I lettori abituali di un canale (Web, carta o App) dichiarano di leggere almeno quattro giorni alla settimana l’informazione sullo stesso canale

 

Attenzione, concentrazione

Tutti i fenomeni umani che interessano un largo pubblico mostrano la tendenza a concentrare la propria intensità in un segmento di ridotte dimensioni. La logica è la medesima: che si tratti di reddito, ricchezza, consumi mediatici, attività sportiva, chilometri percorsi in auto, hamburger consumati. Il Principio di Pareto è una di quelle leggi universali che mettono in crisi il nostro concetto di <media> e la nostra tendenza a comprendere il mondo immaginandolo omogeneo. Il mondo omogeneo non è e ogni fenomeno ha la sua caratteristica disomogeneità.

La concentrazione può essere particolarmente forte quando si considerano fenomeni non materiali, per i quali non esistono vincoli fisici nella distribuzione delle risorse o dei consumi. E’ il caso della condivisione sociale dei contenuti di attualità. Lo studio di oltre un milione di articoli pubblicati online negli ultimi 16 mesi (da Gennaio 2014 ad Aprile 2015) mostra che metà delle condivisioni sui social network è stata prodotta sull’1,81% degli articoli (meno di 20.000). Si tratta di 136 milioni di condivisioni su Facebook, Twitter, Google Plus e LinkedIn, una media di 6.878 condivisoni per articolo. I restanti 1.073.807 articoli hanno prodotto l’altra metà di condivisioni (127 per articolo).

Curva di concentrazione del fenomeno della condivisioni social delle notizie di attualità online: L'80% delle condivisioni è prodotto dall'8,47% degli articoli (92.674 articoli per 218.291.066 condivisioni)

Curva di concentrazione del fenomeno della condivisioni social delle notizie di attualità online: L’80% delle condivisioni è prodotto dall’8,47% degli articoli (92.674 articoli per 218.291.066 condivisioni)

 

I domini che esprimono il maggior numero di “Articoli Top” (l’1,81% degli articoli più condivisi degli ultimi 16 mesi) sono, prevedibilmente, quelle con il maggior traffico in Rete: alcuni quotidiani online di derivazione cartacea e alcune delle nuove testate digitali. A maggior traffico corrisponde generalmente un maggior numero di condivisioni, una dinamica virtuosa (sempre che il traffico sia una virtù) che origina altro traffico al sito Web:

Numero di "Articoli Top" per testata. Gli Articoli Top pubblicati da gennaio 2014 ad aprile 2015 sono 19.842 su un totale di oltre un milione pubblicati nello stesso periodo sulle 97 testate monitorate da UAC

Numero di “Articoli Top” per testata. Gli Articoli Top pubblicati da gennaio 2014 ad aprile 2015 sono 19.842 su un totale di oltre un milione pubblicati nello stesso periodo sulle 97 testate monitorate da UAC

 

La produzione di articoli sulle testate online è molto variabile: si va da poche unità al giorno per le testate verticali e locali alla media di 100 per le edizioni online dei grandi quotidiani cartacei nazionali. E’ per questo che diventa interessante esaminare la “densità” di Articoli Top sul totale degli articoli pubblicati: ogni 100 articoli pubblicati, quanti diventano Top? Da questa angolatura il ranking delle testate più attive nella condivisione cambia in modo significativo rispetto a quanto mostrato nel grafico precedente:

Densità di "Articoli Top" per testata, ovvero quota degli articoli pubblicati dalla testata che superano il numero di condivisioni oltre il quale sono classificati come "Top" (l'1,81% degli articoli Top è individuato dall'avere ottenuto più di 2.640 condivisioni su Facebook, Twitter, LinkedIn e Google +)

Densità di “Articoli Top” per testata, ovvero quota degli articoli pubblicati dalla testata che superano il numero di condivisioni oltre il quale sono classificati come “Top” (l’1,81% degli articoli Top è individuato dall’avere ottenuto più di 2.640 condivisioni su Facebook, Twitter, LinkedIn e Google +)

 

Di cosa parlano gli articoli Top? La densità di articoli Top dipende in effetti dal tema trattato. La probabilità che un articolo ottenga un elevato numero di condivisioni è massima nelle categorie che trattano di “Costume & Società”, Salute, Istruzione, Religione anche se, esaminando i dati in profondità, si nota che i personaggi, le situazioni e la presenza di foto e video negli articoli sono molto più decisivi nel successo della dinamica di condivisione rispetto alla considerazione del solo tema trattato.

Den­sità di “Arti­coli Top” per tema trattato. La classificazione del contenuto degli articoli è stata generata grazie a Cogito, il motore di analisi semantica di Expert System.

Den­sità di “Arti­coli Top” per tema trattato. La classificazione del contenuto degli articoli è stata generata grazie a Cogito, il motore di analisi semantica di Expert System.

 

Human Highway mantiene sotto osservazione il fenomeno della condivisione social delle notizie di attualità dal novembre 2011 con un proprio strumento di analisi, UAC Meter. I dati di condivisione prodotti da UAC Meter sono quindi arricchiti con la classificazione del contenuto dell’articolo, grazie al motore semantico di Expert System (Cogito). Puoi vedere un esempio dei contenuti dei primi quattro mesi del 2015 nell’analisi interattiva che Human Highway rende disponibile sul proprio sito, in un widget di Tableau.

L’informazione di attualità online

Anche quest’anno, per la quinta volta dal 2009, Human Highway e Liquida hanno condotto e diffuso al pubblico i principali risultati della ricerca annuale sull’informazione online di attualità. La descrizione e i trend dello scenario sono stati analizzati e discussi con Pier Luca Santoro e Luca Conti, due autorevoli osservatori dei fenomeni digitali in Italia. Le loro riflessioni sono già state pubblicate sui blog il Giornalaio e Pandemia.

Rispetto a quanto già riportato nei pezzi dei due autori e nei key findings della ricerca, aggiungiamo qui tre spunti di riflessione:

[1] davvero i tablet possono salvare l’industria dei quotidiani. Probabilmente non tutti, diciamo i dieci grandi brand del giornalismo italiano. Le prime evidenze sull’accoglienza del pubblico per le versioni digitali dei quotidiani (le “Digital Edition” a pagamento) fanno ben sperare per il futuro. Il trend di diffusione della prassi di acquistare abbonamenti per leggere i quotidiani ex-cartacei sui tablet è più solido e convincente delle (nostre, personali) aspettative. I dati ADS disponibili da quest’anno confermano che a luglio 2013 gli abbonamenti acquistati sono quasi 300mila, da cui si ricava che gli abbonamenti in circolazione (non ancora a pagamento ma promozionati in varie forme) sono più o meno il doppio. Tutto questo in un contesto in cui i Tablet attivi in Italia sono poco più di tre milioni. Certo, al momento esiste una forte affinità tra l’utenza dei tablet e il consumatore d’informazione testuale. I due numeri precedenti ci dicono che ogni 10 tablet attivi c’è un abbonamento a pagamento a una Digital Edition: questo rapporto oggi è al suo massimo e scenderà nel tempo perché i Tablet diventeranno uno strumento di uso comune per la maggioranza degli utenti Internet, anzi, degli italiani. Ma se anche scendesse a uno su trenta nel 2018, potremo contare su un mercato di diversi milioni di abbonamenti alle Digital Edition. C’è spazio per un miliardo di euro di ricavi da contenuti digitali.
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[2] il modello di business più tradizionale (abbonamento mensile o annuale a pagamento a un prodotto editoriale statico e di massa) si sposa bene con l’oggetto digitale più innovativo, il Tablet. Non c’è grande innovazione, al momento, su questo fronte.

Il terreno più interessante dal punto di vista dell’innovazione dei modelli rimane il Web aperto. Posto che i PayWall non sembrano la soluzione, ci sono un po’ di elementi che potrebbero combinarsi nel prossimo futuro. Perché i social sono consultabili solo su registrazione e i siti Web d’informazione sono a libero accesso? Anziché pensare al PayWall, perché non introdurre un RegistrationWall? Il secondo sito più consultato al mondo è dietro un RegistrationWall.

Basterebbe un sistema di identificazione semplice e veloce che consenta ai siti di news online di riconoscere il lettore, profilarlo, studiarlo, ingaggiarlo in varie forme, anche nel riconoscergli un ruolo attivo di ambasciatore della testata sulla Rete. Quali benefici si potrebbero ottenere?

  • Pubblicitari, la vendita di target con una ricca profilazione vale di più della vendita generica dell’intera audience. Se anche il RegistrationWall dimezzasse l’audience complessiva del mese o del giorno medio, l’aumento di efficacia della comunicazione ottenuto dalla profilazione dei lettori compenserebbe ampiamente il calo di volumi delle impression deliverate;
  • Editoriali, con possibili personalizzazioni del prodotto e, forse, anche un aumento della qualità dell’offerta editoriale;
  • Partecipativi, riconoscendo il lettore con un volto, almeno un nickname, e coinvolgendolo nelle iniziative di diffusione, commento alle notizie e partecipazione;
  • di Consumer insight: sempre meglio conoscere il comportamento di un account (un oggetto che è un proxy piuttosto preciso di un individuo) che di un cookie evanescente (un browser/device, cosa molto lontana da un individuo)
  • Commerciali: l’elevato grado di fiducia e reputazione di una testata editoriale è un fortissimo driver su cui innestare proposte di acquisto di beni e servizi (collaterals digitali) e introdurre nei siti di news un’anima di eCommerce

[3] Gli individui informati in Italia sono pochi. Quest’anno la ricerca indica in circa 15 milioni il numero di italiani che cercano informazione e approfondiscono in modo attivo i temi di attualità a cui sono interessati: poco più di un cittadino su quattro. Le altre persone, invece, incontrano l’informazione per caso, principalmente nel sottofondo della TV e generalmente con una fruizione passiva e casuale.

La Rete gioca un ruolo informativo importante, in particolare grazie al tessuto dei social media che è diventato capace di diffondere in modo capillare l’informazione prodotta dagli editori e amplificata dal contributo (commenti, condivisioni, like e retweet, etc.) dei singoli lettori. Potremmo dire che c’è una quota crescente di persone che s’informa “a sua insaputa”: persone che interagiscono con una notizia sui social, che seguono il link di un amico, incontrano un’occasione di approfondimento in un video embeddato nel feed di un collega. Persone che non si recano abitualmente sui siti d’informazione ma sono comunque informate di rimando dai propri amici. Un fenomeno ulteriormente amplificato dal mobile Internet, un segmento che oggi conta quasi 15 milioni di utenti.20130719_SocialShares

Il tema della nuova informazione “social driven” è complesso e pieno di sfumature perché se i numeri di base appaiono notevoli e sorprendenti ci sono implicazioni relative al profondo cambiamento degli stili di fruizione (le “snack news” lette in modo veloce e superficiale) e dei processi di formazione dell’opinione pubblica (il “sentito dire” più che la maturazione di una posizione personale). Ancora una volta si dovrebbe  ricordare che la Rete non distrugge, se non nel senso di una distruzione creativa, e nel caso dell’informazione sta trasformando in pochi anni un sedimento di cent’anni di abitudini dei lettori e un modello di business rigido e consolidato. Ma sul fronte della domanda val la pena ricordare che non c’è mai stata tanta richiesta d’informazione come oggi e un numero crescente di device che utilizziamo sono abilitati a fornire un servizio d’informazione unitamente a un canale di feedback.

Insomma, sappiamo cosa lasciamo ma non sappiamo ancora dove arriveremo e questo – almeno per un ricercatore – è decisamente affascinante.

La risonanza mediatica sui Social Networks

Il mese di Febbraio è stato molto intenso dal punto di vista mediatico. Le dimissioni di Benedetto XVI e le elezioni politiche hanno dato un fortissimo impulso all’attenzione del pubblico e la risonanza sui social network ha raggiunto il record storico. Nel mese di Febbraio 2013 sono stati condivisi oltre 55mila articoli sulle principali 40 testate online rispetto ai 38mila del Febbraio 2012 (+48%). I lettori del Web hanno prodotto su questo materiale informativo più di otto milioni di condivisioni rispetto ai 2,8 dello stesso mese del 2012 (+188%).

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Numero di articoli pubblicati in un determinato giorno (scala di sinistra) e numero medio di condivisioni prodotte sui medesimi articoli (scala di destra). I dati si riferiscono alle 40 testate sotto osservazione di UAC Meter

Il periodo più intenso è stato tra il 6 febbraio e il 7 marzo e il record di condivisioni è stato raggiunto dagli articoli pubblicati il 12 marzo, con 589mila segnalazioni, il 96% delle quali su Facebook.Il picco più elevato è stato prodotto il giorno successivo alle dimissioni di Papa Benedetto XVI ma tutto il mese si è mantenuto su livelli di attenzione e condivisione mai visti in precedenza: una media di quasi 300mila condivisioni per giorno e 150 per articolo.

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Le prime dieci testate per numero complessivo di condivisioni prodotte sugli articoli pubblicati tra il 6 Febbraio e il 7 Marzo 2013

Gli articoli più condivisi risultano quelli delle tre testate leader del fenomeno: Repubblica, Corriere e il Fatto Quotidiano. Più di metà delle condivisioni rilevate sulle 40 testate monitorate (precisamente il 54,5%) sono relative a contenuti pubblicati da Repubblica (con una quota del 29% in febbraio), Corriere (quota del 15%) e il Fatto Quotidiano (10%). L’elevata produzione di Repubblica avvantaggia la testata nel computo delle condivisioni complessive del periodo: i 5.504 articoli nel mese di Repubblica si devono mettere a confronto con i 3.557 di Corriere e i “soli” 2.063 de Il Fatto Quotidiano.

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Numero di articoli pubblicati dalle testate sotto osservazione nei trenta giorni intercorsi dal 6 Febbraio al 7 Marzo.

Tuttavia, se le condivisioni generate dagli utenti si mettono a confronto con il numero di articoli prodotti, il ranking si rimodula leggermente. In questo caso si tratta di misurare il numero medio di condivisioni per articolo (l’Amplifying Power di una testata) e si ottiene il valore massimo per Il Fatto Quotidiano (525 condivisioni medie per articolo in Febbraio), seguito da Repubblica (481 condivisioni per articolo) e Corriere (417). Su questo indicatore negli ultimi sei mesi si segnalano le buone performance di Huffington Post e di Internazionale, con una crescita dell’Amplifying Power superiore a 30 unità per mese.

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Numero medio di condivisioni per articolo pubblicato da una determinata testata nel periodo 6 Febbraio – 7 Marzo

Come già notavamo, oltre il 90% delle condivisioni sono Like e Share su Facebook. Solo una quota residuale riguarda le segnalazioni su Twitter, generalmente intorno al 6/7% del totale, ma esistono significative eccezioni: il numero medio di Tweets per articolo è massimo per IlPost e tra i tre grandi player si inseriscono diverse testate caratterizzate da volumi complessivi di condivisioni più contenuti e da una forte affinità con Twitter.

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Le prime dieci testate in ordine decrescente di numero medio di Tweet per articolo. I dati sono relativi ai 30 giorni intercorsi dal 6 Febbraio al 7 Marzo 2013

Puoi continuare a seguire il fenomeno consultando gratuitamente i dati di UAC Meter (login con LinkedIn).

L’informazione di attualità via app su dispositivo mobile

L’edizione 2012 dell’indagine sull’informazione di attualità online, condotta ogni anno dal 2009 da Human Highway e Liquida, dedica un capitolo all’analisi dell’utilizzo dei dispositivi mobili e delle app. Il fenomeno sta attraverso un momento esplosivo con tassi di crescita e due e tre cifre anno su anno.

I principali risultati della ricerca sono disponibili su Slideshare.

Il mobile Web è ormai mainstream
Nel giro di un anno la percentuale di utenti Internet settimanali che accede alla Rete da dispositivo mobile (Netbook e Tablet esclusi) è passata dal 28% (Maggio 2011) al 39% (Maggio 2012).
Si tratta di oltre dieci milioni di individui che oggi usano abitualmente telefoni mobili evoluti (Smartphone, iPhone) per navigare sul Web, consultare la posta elettronica, utilizzare apps. In termini assoluti, nell’ultimo anno a questo insieme si sono aggiunti oltre tre milioni di persone. Se nell’insieme dei mobile users si include anche la famiglia dei Tablet PC la quota di utenti Internet in grado di accedere alla Rete in mobilità arriva al 44%, quasi 12 milioni di persone. Gli utenti di Tablet PC sono 4 milioni (su circa 2 milioni di device attivi) e sono cresciuti del 170% negli ultimi dodici mesi.

L’utilizzo dei device influenza la fruizione abituale d’informazione di attualità
Si nota una forte affinità tra Carta e Tablet: gli utenti di Tablet PC sono nel 28% dei casi lettori abituali di quotidiani cartacei, a fronte di un solo 18% dei non utenti Tablet PC.
Nessuna affinità tra Carta e Smartphones, anzi: l’utilizzo di Smartphone/iPhone, invece, si correla negativamente con la fruizione di quotidiani cartacei: gli utenti di dispositivi mobili (non Tablet PC) sono lettori meno assidui di quotidiani cartacei rispetto all’insieme complementare (18% vs 20%)
Si nota una buona affinità tra Online e Tablet: gli utenti di Tablet PC sono nel 49% dei casi lettori abituali di quotidiani online, a fronte del 37% dei non utenti Tablet.
Esiste (anche se non marcata) una certa affinità tra quotidiani online e Smartphones: gli utenti di device mobili (non Tablet PC) sono nel 42% dei casi lettori abituali di quotidiani online a fronte del 36% dei casi per l’insieme complementare.

App, Siti Web o Carta?
3,5 milioni di individui utilizzano abitualmente almeno un’app di news sul proprio device mobile. Sono persone che hanno fatto esperienza di tutti i supporti per la lettura dell’informazione testuale: la carta, il Sito Web, l’App. Di fronte alla scelta su quale sia il formato preferito per leggere le news testuali, il Sito Web risulta la modalità più gradita (42% degli utenti) rispetto all’App (33%). Segue, molto lontana, la preferenza per la carta (16%). Solo il 9% ritiene indifferenziata la fruizione sui tre supporti.
Si conferma quindi la scelta residuale verso la carta: chi ha fatto esperienza dei tre supporti non esita a dichiarare «morta» la carta e, qualora disponibili, preferisce informarsi sui supporti digitali.

Le apps d’informazione più popolari
L’app de La Repubblica è l’applicazione che dispone della base utenti più estesa (19%), seguita da TG Com (17,5%) e Corriere della Sera (16%). Seguono Ansa (9,0%) e La Gazzetta dello Sport (6,9%), che  precedono una lunga coda di diverse decine di apps citate spontaneamente da qualche punto percentuale dei rispondenti. Le apps d’informazione che possono contare su una base utenti superiore alle 100mila unità non sono più di una decina.

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