Roboadvisor e banche digitali

CheBanca! ha reso pubblica la quinta edizione del proprio Digital Banking Index, la ricerca sui servizi bancari online utilizzati dagli italiani. L’indagine è svolta da Human Highway su un campione di 3000 individui rappresentativi della popolazione online maggiorenne residente in Italia e l’ultimo numero affronta con particolare attenzione il tema della conoscenza dei robo-advisor.

Tra i 29,2 milioni di utenti Internet italiani maggiorenni si contano 24 milioni di persone con almeno un conto corrente bancario e 17,1 milioni con almeno un conto bancario online utilizzato almeno una volta al mese via Web o via App.

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Il 17,9% degli utenti di digital banking possiede un Dossier/Conto titoli che utilizza per ragioni personali o famigliari. Si tratta di 3,1 milioni di individui, tra i quali oltre la metà (55%) dichiara di gestire personalmente un portafoglio titoli online. Il segmento delle persone attive nel trading online si misura quindi in circa 1,7 milioni di individui.

L’altra metà di chi possiede un Dossier/Conto titoli per ragioni personali o famigliari dichiara di non gestire personalmente il proprio portafoglio titoli online e spiega di preferire la delega del compito ai professionisti (consulenti finanziari, personale della banca). In un caso su due l’inibitore al trading online è il senso di inadeguatezza (non abbastanza esperto, non abbastanza soldi) e nel 14% dei casi la paura: di perdere soldi, di sbagliare, di ‘‘farsi prendere la mano’’.

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Le Banche Digitali – ovvero banche nate con la missione di offrire i propri servizi online – ospitano il 22% dei conti online e servono 4,7 milioni di utenti. Il 27,7% dei correntisti online presso le Banche Digitali possiede un Dossier / Conto titoli (contro il 14,2% dei clienti online delle Banche Tradizionali) e un terzo dei correntisti con Conto titoli si dichiara interessato alla proposta di gestione patrimoniale da remoto: si tratta quindi dell’8,6% di tutti i correntisti delle Banche Digitali, da confrontare con il 6,6% che si trova nelle Banche tradizionali.

La conoscenza più che vaga della funzione dei robo-advisor riguarda infine il 2,6% dei correntisti delle Banche Digitali, poco più di 100mila individui, un numero superiore a quello individuato nella clientela online delle Banche Tradizionali e cinque volte più concentrato (2,6% nelle banche digitali rispetto allo 0,6% nelle Banche Tradizionali).

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Quota di clienti che possiedono un Conto Titoli, sono interessati alla proposta di gestione patrimoniale da remoto e conoscono almeno per sentito dire i robo-advisor (le percentuali sono riferite al totale dei clienti delle Banche Digitali e al totale dei clienti delle Banche tradizionali)

Uno degli sviluppi più promettenti del Fintech è quindi sostanzialmente ignorato dalla clientela bancaria online ma, se c’è un target già oggi sensibile al tema, questo va cercato tra i clienti delle nuove “Banche Digitali”.

Puoi scaricare gratuitamente il CheBanca! Digital Banking Index dal sito della Banca.

P2P online payments in Europe

New ways and solutions to exchange money among people without using cash are recently booming. The ubiquity of smart devices, apps, relationships in social networks and opportunities opened by financial regulations are pushing startups and incumbents to offer simple, reliable and ready-to-go solutions to transfer money instantly and in digital form.20160115_A

Human Highway and SSI have conducted a survey over a sample of 10,000 consumers in five main EU countries (Italy, France, Spain, Uk and Germany) to discover that:

  • P2P online payment systems have a huge market: the segment of Internet users who had to settle a small debt with another person at least once in the last month has a penetration varying from 26% in Italy up to 59% in UK
  • Cash is the most used system in all countries (from 58% of the settlements in Uk to 78% in Germany) while wire transfer through a bank covers from 12% to 19% of the cases in all countries but in Uk, where it jumps to 32,3%
  • Usage of alternative digital methods is still very limited (less than 1%) and spread in a big variety of different apps and online solutions. There’s still no winner and still no market, even in the Uk (which is the quickest among all the five countries in adopting new solutions in the digital services)
  • Not all P2P debitors are aware and able to settle their debts in a cashless way. Only 33% of Italians say they could do it on the Internet (37% among Germans,44% among Spanish) while in France and Uk that segment is the majority (62 and 63%)
  • There’s a latent incumbent in the P2P payment market: when P2P debitors are asked if they were able to settle their recent payment online, the spontaneous answers turned on to PayPal. PayPal’s share of mind as a P2P payment tool is very strong (above 50% of the spontaneous quotations in all market but Uk, where is drops to 36%) and higher than wire transfer in all five countries but Uk (where it still gets the attention of more than one user out of three)

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The survey underlines a big difference between Italy on one side and Uk on the other, while the other three countries tend to represent the European average:

  • in Italy three factors strongly affect the results: the relatively low penetration of Internet users in the population, the relatively low usage of online banking and online usage of credit cards and the wide presence of PostePay, a pre-paid card which can be used as an electronic wallet
  • UK, on the other side, is far from the European average in terms of large adoption of online banking services (which puts PayPal under pressure) and a relatively high adoption of new mobile/App payment solutions: 3.4% of online people in the Uk could use such a solution today to settle all P2P payments, much higher than the average 1% in the other four EU countries

The future seems brighter for PayPal and new mobile solutions than for Banks. When looking at ways of settling a P2P debt in a cashless way in the future, people largely rely on PayPal and tend to leave the existing online banking services. Solutions based on Credit Cards are almost ignored by consumers. The “space of expectations” liberated by banks is filled by Mobile (NFC technologies, mobile wallets) or App solutions (Jiffy, PayM, PingIt and the likes but also Facebook, WeChat or Snapchat). Of course, there’s still an IBAN behind many of these tools but the concept of wire transfer is going to be completely reshaped.

As of today, the battle seems to be confined to two players: PayPal on one side and mobile solutions promoted by banks.

Digital Banking Index

Martedì 24 marzo 2015 è stato rilasciato il primo numero della ricerca CheBanca! Digital Banking Index, svolta da Human Highway su un campione di 3.000 individui maggiorenni utenti abituali di Internet. Il Rapporto descrive la situazione italiana, analizzando l’offerta dei principali istituti, i comportamenti dei correntisti online e le prospettive del settore nel breve periodo. Sono oltre 16 milioni di possessori di conti online, il 57% circa degli utenti Internet bancarizzati, con una quota pro capite di 1,27 conti per un totale quindi di circa 21 milioni di conti. L’accesso prevalente è via web (76%) tramite PC (81%) per una media di 2,5 volte al mese, ma cresce in modo sempre più importante la fruizione in mobilità: il 21,8% (pari a circa 3 milioni) dichiara di usare con regolarità l’App della propria banca principalmente per operazioni informative o dispositive.

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Un altro dato interessante è il ruolo di cerniera che l’App svolge fra canale digitale e operatività tradizionale (in filiale o telefono): il 32% delle App consente di trovare la filiale (o il Bancomat) più vicino e il 37% integra una modalità di contatto con l’assistenza clienti. A riprova che il contatto umano in Italia continua a giocare un ruolo importante: non a caso il 70% dei correntisti online dichiara di recarsi in filiale una volta ogni tre mesi per effettuare operazioni di varia natura (informative e dispositive). Il 94% dei correntisti accede almeno una volta al mese al proprio conto online principalmente per consultazione (75%) e per disposizioni di pagamento (58%).

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Trattandosi della prima edizione di un tracking, CheBanca! Digital Banking Index non è ancora in grado di analizzare la dinamica del fenomeno anche se alcuni indicatori suggeriscono che la domanda stia crescendo al ritmo di 1,5 milioni di nuovi correntisti all’anno. Tuttavia, come ha affermato Roberto Ferrari, DG di CheBanca!, in occasione della conferenza stampa, la ricerca “è un appuntamento fisso a cadenza semestrale, una ricerca aperta, di sistema, per fornire in modo stabile i principali dati di scenario su come gli italiani abbracciano e abbracceranno il digital banking. Perché per progettare il futuro è necessario capire e misurare dove stiamo andando oggi”.

 

La relazione multi-canale della Banca retail

Lo scorso mese di aprile Human Highway ha condotto per MagNews, key player italiano per l’email marketing, una ricerca su un campione di 1.045 individui, online, maggiorenni e bancarizzati, allo scopo di analizzare le modalità di relazione multi-canale delle banche con la propria clientela retail. Il campione rappresenta circa 20 milioni di persone che hanno un rapporto stabile via Internet con la propria banca.

La lettera cartacea a casa rimane la forma principale di comunicazione della Banca con il proprio cliente (usata abitualmente per il 46% dei clienti) ma sul target esaminato nella ricerca è stata quasi raggiunta dall’eMail (43% dei clienti). Gli altri mezzi di comunicazione di cui si serve la Banca sono due tipiche modalità “intercept“: i messaggi nell’homepage del servizio di Internet Banking (notate dal 32% dei clienti) e le comunicazioni in filiale (brochure, locandine e poster, conversazioni con il personale della banca) nel 27% dei casi. Segue l’SMS, una modalità di contatto che riguarda un cliente su quattro ed è spesso associata a operazioni dispositive.

 

Considerando tutte le modalità di contatto “push” (promosse attivamente dalla Banca verso il cliente) si raggiunge un’elevata incidenza sui clienti (71%), molto più del 52% di clienti che la banca raggiunge grazie a forme di comunicazione classificabili come “Intercept” (cioè occasioni di comunicazione che la Banca attiva verso il cliente mentre questi svolge un’attività).

La visita in filiale rimane la forma principale di relazione a cui ricorre il Cliente (nel 62% dei casi in modo abituale), seguita dal servizio di Internet Banking (52% dei casi) e dal Bancomat. Il telefono riguarda poco meno di un terzo dei clienti e la telefonata con un funzionario bancario ben identificato prevale sulla chiamata al numero verde di assistenza clienti (20% vs 16%). Il 41% dei clienti utilizza almeno due modalità di contatto con la Banca (considerando le tre modalità: telefonica, online e fisica) mentre il 24% dei clienti comunica con la propria Banca in modalità esclusivamente fisica (il Bancomat oppure la visita in filiale). Quest’ultimo dato è sorprendente perché il campione della ricerca è costituito da utenti Internet bancarizzati: nonostante la familiarità del target con i servizi online e con la Banca, un cliente su quattro continua a intrattenere con la propria banca una relazione esclusivamente mediata dal canale tradizionale (no App, no Web, no telefono: solo carta e filiale)

L’incidenza del ricorso a modalità di relazione con la Banca in modalità “Self-service” o “Servito da un dipendente della banca” copre una quota quasi identica di clienti (62% e 63%). In poco più di un caso su tre i clienti ricorrono e entrambi i sistemi di relazione.

La ricerca completa è disponibile sul sito di MagNews.

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