“I Like” della settimana nelle news del Web

Giorni intensi quelli passati, in termini mediatici. La crisi di governo ha catturato l’attenzione dei media e le conversazioni online si sono concentrate sugli eventi dell’attualità politica. In questi casi la partecipazione è intensa, l’emozione forte, le posizioni diventano nette e tutti hanno un’opinione da supportare con analisi e argomentazioni. Quindi, nulla di meglio che citare un articolo in cui ci si riconosce.
Questo fenomeno è ben rappresentato dal numero di “Like” che gli articoli dei quotidiani online hanno raccolto nei giorni recenti. Se in condizioni normali i valori di Like per gli articoli più popolari sono nell’ordine di qualche migliaio, negli ultimi giorni siamo arrivati vicini ai 10.000 e un articolo in particolare ne ha raccolti più di 30.000 nel giro di meno di 48 ore. Si tratta del pezzo “E’ stato bello” di Marco Travaglio, il killer article dell’informazione online di questi giorni. L’articolo di Travaglio ha raccolto un’enorme attenzione e prodotto altrettanta amplificazione. L’attenzione è stata in una prima fase generata dalla comparsa dell’articolo in homepage de Il Fatto Quotidiano.

In una fase successiva lettori e Like sono arrivati sul pezzo cliccando sulle migliaia di link distribuiti sui social networks (Facebook in particolare), fenomeno che ha a sua volta aumentato il numero di Like, richiamando altre persone sulla pagina. Una reazione a catena, spontanea ed esplosiva, che si è autoalimentata per più di 48 ore, come si vede dal grafico qui a sinistra.
Benvenuti nell’era dell’informazione partecipata e amplificata dagli utenti: lo User Generated Content sarà sempre di pochi. Editori e lettori insieme alimentano invece la nuova dinamica di diffusione delle notizie, lo User Amplified Content, il nuovo fenomeno di massa nell’informazione. In questo senso la Rete sarà un mass medium.

Analisi dell’audience della prima puntata di Servizio Pubblico

Servizio Pubblico è stato seguito, live o in differita da almeno 5,3 milioni di italiani dotati di una connessione Internet. L’audience live del programma di Santoro del 3 Novembre è infatti stata di 3,7 milioni di persone, a cui si aggiungono 1,6 milioni di individui esposti ai contenuti video del programma nei giorni successivi, tramite la ripresa sul Web e in TV.

Groupm e Human Highway tornano così a studiare l’evoluzione del consumo di video (in particolare Social & Catch-up TV) con la misura di uno dei principali eventi mediatici dei giorni scorsi, “Servizio Pubblico” di Michele Santoro. L’indagine ad hoc è stata condotta nei giorni successivi alla trasmissione su un campione di 1000 casi rappresentativi dei 26 milioni di individui sopra i 15 anni attualmente presenti in Rete.

A differenza della precedente esperienza di Santoro con Raiperunanotte, nel caso di Servizio Pubblico il Web ha giocato il ruolo di canale distributivo principale: l’utenza Internet ha seguito la trasmissione preferendo il collegamento in streaming (1,94 milioni) alla TV (1,86 milioni, considerando sia Sky che le TV locali). La bassa duplicazione tra Web e TV (2%) conferma la maturità di Internet come schermo alternativo al televisore.

Notevole il seguito della prima puntata di Servizio Pubblico sui social network, in particolare su Facebook (di oltre sette volte più popolare di Twitter in questo contesto). Oltre 800mila persone dichiarano di avere interagito con contenuti relativi ai temi della puntata su Facebook (lettura, commenti, likes) e quasi 200mila individui precisano di aver prodotto loro stessi del contenuto con post personali e la partecipazione ai sondaggi proposti in trasmissione.

I numeri della ricerca rappresentano un’ulteriore conferma del fatto che il successo di un evento mediatico si misura sempre di più sulla possibilità di scegliere una fruizione

  1. su più piattaforme
  2. anche dopo la sua messa in onda (Catch up tv)
  3. in condivisione attiva con il proprio network (Social TV)

evidenziando i vantaggi reciproci che TV e Internet possono ottenere attraverso la convergenza dei rispettivi pubblici sugli stessi contenuti e attraverso la complementarietà/divergenza delle piattaforme di fruizione, in momenti, luoghi e modalità d’uso differenti.

Il Rapporto di sintesi della ricerca è disponibile su Slideshare